Il cosiddetto “Tufo Verde dell’Epomeo”, che deve la sua colorazione ai minerali di tipo cloridrico e glauconitico in esso contenuti, rappresenta certamente una formazione ignimbritica tra le più singolari al mondo. Oltre ad essere – come il suo nome suggerisce – il materiale di composizione del Monte Epomeo, il tufo verde è visibile soprattutto nelle zone di Forio e Serrara Fontana dove è stato – ed è ancora – adoperato per molteplici usi come ad esempio nei muri a secco, che circondano le proprietà (“parracine”), ma anche per costruire case in quanto si tratta di un materiale facile da lavorare. Famose sono infatti, le case di pietra.
La sua formazione è fatta risalire tra i 55.000 e i 33.000 anni fa, allorquando l’isola fu sconvolta da numerose e violente eruzioni esplosive, dalle quali traboccarono nubi ardenti, ovvero sospensioni di brandelli di lava, ceneri, pomici e gas caldi, carichi di detriti solidi, che coprirono zone di estesissime e, saldandosi, diedero origine ad uno spesso strato ignimbritico. La quantità enorme di materia che era stata lanciata fuori creava conseguentemente dei vuoti nell’interno, che non potevano rimanere tali: la crosta sovrastante cedeva e lo strato ignimbritico finiva con l’andare sotto il mare per poi trasformarsi, a contatto con l’acqua marina, nel Tufo verde. Successivamente, circa 28.000 anni fa, un forte aumento di pressione per l’immissione di nuovo magma, ha provocato il sollevamento del blocco formato dal Tufo Verde, fino alla formazione del Monte Epomeo. Frane accompagnarono il sollevamento dell’Epomeo, depositando il tufo verde nei settori occidentali e settentrionali dell’isola, per poi depositarsi anche lungo la costa: massi dalle forme e dai nomi suggestivi (Scogli degli Innamorati, Fungo, Becco d’aquila…) sono ancora oggi visibili.

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