È posta sul promontorio del Soccorso ed è circondata per tre lati dal mare, su di un vasto piazzale dal quale, nelle belle giornate, si intravede l’Isola di Ventotene. Antico convento degli Agostiniani, fu fondato verso il 1350 e soppresso nel 1653, ma la chiesa, nella sua veste attuale, risale al 1864. Vi si accede da 20 scalini in piperno che portano all’atrio ove sono poste cinque croci sempre in piperno.
La chiesa è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua posizione, ma soprattutto per la sua singolarissima facciata, bianca e adornata di ricca scala ricoperta di preziose maioliche del ‘700, raffiguranti santi e scene della Passione di Cristo.
Lo stile è inconfondibile: la chiesa, sia pure nella elegante semplicità, riassume l’architettura greco-bizantina, moresca e mediterranea in una mirabile fusione di graziose e armoniche forme. L’interno è di grande interesse per il succedersi dei tipi di volta. Si presenta ad una navata con cappelle laterali e l’abside sulla quale, fino al terremoto del 1883, s’innalzava una svettante cupola. Nella cappella di sinistra si venera un Crocifisso taumaturgico, scultura di ispirazione catalana certamente del sec. XVI; custodisce inoltre la statua di sant’Antonio da Padova, la tela settecentesca di Cesare Calise “Sant’Agostino, Santa Monica e San Nicola de Talentino” (1633) e l’acquasantiera scolpita da Vincenzo Borquera (1610).

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